Mourinho è tornato sulla finale di Europa League persa contro il Siviglia, con delle dichiarazioni che hanno prontamente sconvolto i tifosi
Mourinho ha fatto nuovamente luce sulla finale di Europa League persa contro il Siviglia. Una ferita che ancora non sembra essersi rimarginata del tutto, considerando che i tifosi che ancora oggi ne parlano costituiscono un grande numero.
Che sia sui social o nei luoghi più comuni di aggregazione, ancora si parla di quella finale. E se ne parla, come al solito, con una forte amarezza. Gli episodi arbitrali che hanno caratterizzato la gara sono sotto gli occhi di tutti. Per questo motivo un recap è doveroso.
Tutto è iniziato all’incirca verso il minuto 81′, quando un tocco di mano da parte di Fernando non è stato sanzionato da parte del direttore di gara. Il silent check effettuato sembrava confermare quanto sostenuto dall’arbitro, ma i replay suggeriscono diversamente.
Sempre nei minuti finali, invece, un intervento molto pericoloso effettuato da Lamela nei confronti di Ibanez è stato invece meritevole di un cartellino giallo. Espulsione mancata? Questo è ciò che sostiene la maggior parte delle persone coinvolte. Ovviamente tifosi inclusi. La gomitata in questione, dunque, non ha portato ad alcun cartellino rosso.
Lo stesso Taylor aveva assegnato poco prima un rigore al Siviglia, per via di un intervento subito da Ocampos. Fortunatamente è intervenuta la rettifica della tecnologia, la quale ha mostrato come il difensore giallorosso abbia colpito pienamente la palla. Rigore revocato dunque.
Altrettanto sospettoso il contatto Abraham-Gudelj, anche questo giudicato dall’arbitro come regolare scontro di gioco. Con i giallorossi chiamati per l’ennesima volta a far valere energicamente le loro ragioni. Ultimo ma non per importanza, il mancato secondo giallo a Rakitic per via di un fallo di gioco che sarebbe dovuto essere sanzionato prontamente.
Mourinho riaccende gli animi post Siviglia
Alla luce di quanto si è potuto cogliere nel corso dello scorso paragrafo, Mourinho ancora oggi serba un certo rancore. E tutto sommato non ci si sente di biasimarlo, visto il modo in cui sono andate le cose.
Così, in una recente intervista, l’allenatore portoghese ha affermato di voler sostenere fino alla fine della sua carriera che la finale di Budapest “non rappresenta una sconfitta“. Asserendo dunque che i giallorossi non avrebbero dovuto perdere quella partite, ma che ciò è accaduto per via di una serie di decisioni errate.