A dodici anni dall’impresa, José Mourinho è tornato a parlare della sua storica vittoria con il Barcellona ai tempi del Triplete dell’Inter, svelando un segreto clamoroso: ecco come riuscì a fermare l’inarrestabile Leo Messi grazie ad alcuni accorgimenti tattici.
Barcellona-Inter, Inter-Barcellona. Sfide incrociate che evocano ricordi dolci per i tifosi nerazzurri, come quelle due storiche semifinali che, nel 2010, proiettarono la squadra guidata da Mourinho verso la conquista della Champions e del più clamoroso dei Triplete. Anche ieri sera l’ha spuntata l’Inter ma cosa accadde davvero la sera di quell’Inter-Barcellona che permise ai nerazzurri di arrivare in finale? Un evento leggendario che si realizzò grazie a una mossa incredibile dello Special One, che riuscì nell’impresa di fermare il fuoriclasse Messi, all’epoca praticamente all’apice della sua carriera. Un segreto che solo oggi, a distanza di oltre dodici anni, Mou ha voluto svelare.
L’occasione per svelare il più dolce tra i suoi segreti è stata data all’attuale tecnico della Roma da The Coach’s Voice, programma dedicato alla tattica nel mondo del calcio. Perché a volte una strategia costruita bene può fare la differenza tra una vittoria e una sconfitta.
E chi pensa che José sia solo un grande comunicatore ma non un fine stratega, ascoltando le sue voci potrà cambiare idea. Perché un piano del genere per fermare un fuoriclasse come Messi non poteva che essere elaborato da una mente superiore, dotata di conoscenze calcistiche molto più grandi rispetto alla media.
Leggi anche -> Meglio Mourinho o Guardiola? La risposta di Ibrahimovic è sorprendente –…
Mou e la gabbia su Messi nell’anno del Triplete
Per riuscire a vincere quella doppia sfida in semifinale, Mou aveva una sola possibilità: elaborare un piano e fare in modo che i ragazzi riuscissero ad attuarlo. Così, dopo aver analizzato Leo e il suo gioco in quel super Barça di Guardiola, ideò la sua strategia, partendo dal modo per bloccare la catena tra Leo e Dani Alves, che sulla destra avanzava spessissimo. Si trattava di bloccare le marcature e occupare tutti gli spazi. Una vera e propria gabbia messa nelle gambe di giocatori fenomenali come Javier Zanetti, Thiago Motta ed Esteban Cambiasso. Una difesa posizionale, che poteva riuscire solo in un modo: rimanendo compatti e mentalmente forti.
Poteva bastare questo? Ovviamente no. La seconda parte del piano, nella partita casalinga (finita poi 3-1), era preparare delle transizioni studiate nel dettaglio. Quando si recuperava il pallone, bisognava attaccare lo spazio dietro i terzini Dani Alves e Maxwell. Era lì che si potevano trovare le falle per riuscire a bucare un Barcellona centralmente fortissimo con la barriera formata da Piqué e Puyol.
Potrebbe interessarti -> Mourinho incontenibile: lo Special One stupisce tutti ancora una volta –…
“Passavamo da un’attitudine difensiva a una transizione veloce anche con cinque giocatori. E ha funzionato“, ha spiegato Mourinho, consapevole che il miracolo accadde proprio a San Siro. Perché se è vero che anche al Camp Nou la partita nerazzurra fu perfetta, lì si trattava “solo” di difendere quanto di buono fatto all’andata, e con giocatori così motivati non era impossibile. Insomma, con una buona strategia, non esite una squadra imbattibile. L’importante è sapere bene come fare e avere quel tocco di genialità e coraggio che distingue i buoni giocatori e allenatori dai veri fenomeni.