Un capitano vero si vede nel momento del bisogno: lo dimostrò tempo fa un calciatore che, pur non avendo la fascia, riuscì comunque a ribaltare un trend negativissimo, e lo fece con un discorso motivazionale che cambiò la storia di un intera stagione.
Sembra un discorso ricorrente specie in questo momento in cui la Juventus sta affrontando uno dei peggiori inizi da stagione dell’ultimo decennio. Nel calcio e nello spogliatoio in particolar modo, ci sono figure fondamentali che in alcuni frangenti devono prendersi oneri e onori. Non c’è solo l’allenatore infatti, ovvero la guida tecnica di una squadra, a doversi far carico di determinate responsabilità, ma spesso questo compito tocca anche al capitano. I cosiddetti senatori possono, con il loro carisma, con la loro influenza, riuscire a cambiare le sorti di una partita, di un campionato, di un’intera stagione. Una testimonianza chiara l’abbiamo avuta da All or Nothing, il documentario che ha raccontato la stagione della Juventus con Pirlo in panchina. Una stagione che ha avuto un grande protagonista dentro e fuori dal campo.
Il capitano non era lui, ma di carisma ne aveva già da vendere
Il giocatore in questione è Leo Bonucci ovvero quel giocatore che domenica pomeriggio, pur non avendo giocato nemmeno un minuto, era fermo davanti ai suoi tifosi a prendersi i fischi dopo l’ennesima sconfitta stagionale, arrivata tra l’altro contro il neo promosso Monza. Ma quello di cui vogliamo parlarvi stavolta, appartiene ad un altro momento storico, e riguarda un periodo in cui Leo non era ancora, il capitano bianconero; Bonucci però aveva già la personalità per prendere in mano lo spogliatoio nel momento del bisogno ed un suo discorso, fatto ai compagni, è diventato celebre ed esemplare. Un discorso in cui Leo ha dato in pratica, un vero e proprio schiaffo morale a tutti i suoi compagni, invitando ognuno di loro, a prendersi le proprie responsabilità.
…Si perché quando le cose non vanno, non può essere sempre colpa degli altri, anzi non deve essere colpa degli altri. Nella sua mentalità, quello è l’atteggiamento dei perdenti. Chi vuole ottenere qualcosa non deve giustificarsi, ma deve guardarsi dentro per capire dove ha sbagliato e lo ha detto a tutti con parole che si sono impresse con forza nella mente di tutti i suoi compagni.
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La furia di Bonucci allora, risvegliò la Juventus…
“Non possiamo giocare così, non possiamo giocare così, siamo tutti delle mer*e se giochiamo così“, ha urlato nello spogliatoio un Bonucci su tutte le furie in un discorso celebre, diventato ormai famoso, tra i tifosi della Juventus, più di quello di Al Pacino in Ogni maledetta domenica.
Prendendo a calci dei bauli e urlando come un matto, Leo è riuscito a pungere nell’orgoglio tutti i suoi compagni in un momento difficile. “Assumiamoci le responsabilità e le colpe di una partita di mer*a“, ha spiegato il calciatore ai suoi compagni, invitati a reagire alle avversità. Allora a dargli supporto fu anche il tecnico, Andrea Pirlo, che per la prima volta mostrò nell’occasione tutta la sua rabbia per quanto stava accadendo.
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Insomma, una scena che ormai è diventato un cult, un piccolo assaggio di ciò che vuol dire provare a mostrare la propria personalità all’interno dello spogliatoio per risvegliare la squadra e chissà che la Juve non abbia bisogno proprio di un gesto del genere in questo momento difficilissimo. Certo, potrebbero esserci altri metodi, ma quello di Leo è sempre stato questo, e a quanto pare, allora funzionò… Chissà se anche ora è arrivato il momento che l capitano, torni ad alzare di nuovo la voce, senza mezzi termini…