Pep Guardiola ancora contro Orsato. Post Manchester City-Borussia Dortmund infatti ci sono state scintille con il fischietto, già reo di un arbitraggio criticato l’anno scorso contro il Real Madrid. Il finale stavolta però è a sorpresa
Grazie alle idee innovative portate da tecnico agli inizi della sua carriera, Pep Guardiola è ormai un’icona del calcio mondiale. Qualunque cosa faccia ha un eco di portata internazionale e d’altronde non potrebbe essere altrimenti. Idee innovative a livello di pura filosofia calcistica, che insieme ai risultati fanno sì che sia uno dei tecnici più vincenti della storia. Dopo l’esperienza al Barcellona e un triennio al Bayern Monaco, ora c’è l’esperienza al Manchester City.
In Inghilterra è chiamato non solo a ottenere risultati in patria, cosa che gli è già riuscito, ma soprattutto deve portare agli sceicchi il trofeo per definizione: la Champions League. Un traguardo che sta sfuggendo sempre a Guardiola, fermato l’anno scorso dal Real Madrid. Contro i blancos l’arbitro italiano Orsato fu criticato dal tecnico per il metro di giudizio, considerato troppo indulgente nei confronti degli spagnoli, che avevano optato per una linea dura negli interventi.
Pep Guardiola ancora contro Orsato, il bis dopo il Real Madrid
Nell’ultima giornata dei gironi di Champions League al City of Manchester va in scena la sfida tra i Citizens e il Borussia Dortmund. Il fischietto è proprio lui, Daniele Orsato. I gialloneri spaventano Guardiola con il gol di Bellingham. Ci pensano poi negli ultimi quindici minuti uno strepitoso Haaland (al gol dell’ex) e Cancelo ad aggiustare al risultato e a far tirare un respiro di sollievo al tecnico. Nel finale però quest’ultimo è un vulcano in eruzione.
Orsato sancisce la fine del match e Guardiola si scaglia subito contro di lui. Il fischietto è particolarmente stupito visto che la gara non ha presentato episodi dubbi, ma dal tecnico arrivano parole grosse e anche un gestaccio. L’arbitro estrae quindi il cartellino giallo, ma la reazione di Pep sorprende. Spesso il provvedimento porta a un aumento della trance agonistica e al rosso, invece l’allenatore cambia subito atteggiamento. Si scusa e addirittura abbraccia “l’accusato”, si allontana, poi torna indietro e ascolta le spiegazioni del nativo di Montecchio Maggiore. Un finale dunque a sorpresa, ma da uno dei migliori tecnici della storia del calcio non si aspetta altro se non continui colpi di scena.
