Mourinho e Guardiola sono stati i due tecnici più vincenti degli ultimi anni, ma chi è il migliore? Ibrahimovic non ha dubbi: ecco la risposta di un campione che ha avuto la fortuna di lavorare con entrambi.
Non sono tanti i calciatori che hanno avuto la fortuna di essere allenati da José Mourinho e Pep Guardiola, i tecnici più vincenti del Ventunesimo secolo insieme al nostro Carlo Ancelotti. Uno di questi è un fuoriclasse assoluto, tra i più rappresentativi di sempre: Zlatan Ibrahimovic. Un calciatore straordinario che ha avuto rapporti differenti con i due allenatori, ma che oggi, a distanza di tempo, può permettersi di sbilanciarsi e dire chi, secondo lui, è stato ed è il tecnico migliore.
L’occasione gli viene offerta da una chiacchierata, in uno show televisivo, con due fuoriclasse che poco o nulla hanno da invidiare a lui: Thierry Henry e Paul Pogba. Dopo aver discusso di vari argomenti di ambito calcistico, all’ex Nazionale francese e bandiera dell’Arsenal è venuto in mente di fare a Ibra la domanda del secolo: meglio Guardiola o Mourinho?
Al di là delle vittorie conquistate e dei trofei messi in bacheca, infatti, per almeno dieci anni Pep e José, specialmente negli anni in cui allenavano Barcellona e Real Madrid, sono diventati i simboli di due filosofie di calcio e di vita opposte: da una parte un rivoluzionario desideroso di coniugare risultati e bel gioco, dall’altra un tecnico-psicologo che guarda solo alla vittoria da conquistare con tutti i mezzi. Con quale ideologia maggiormente si sposa Ibra? La risposta è sorprendente.
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Ibra si sbilancia: ecco chi è migliore tra José e Pep
Va detto che le esperienze di Ibra con José e Pep sono state completamente diverse. Se con Guardiola ha giocato un solo anno, al Barcellona, e con risultati decisamente negativi, con Mourinho ha condiviso esperienze vincenti sia all’Inter che al Manchester United, mancando solo la vittoria del Triplete (arrivata l’anno dopo il suo trasferimento al Barcellona).
Sarebbe facile quindi pensare che la scelta tra i due sia piuttosto scontata per Zlatan. Ma Ibra è un fuoriclasse anche in questo: nell’evitare le banalità. Così, quando Titì prova a metterlo in difficoltà con una domanda scomoda, il campione svedese si lascia andare a una risposta di sincerità disarmante:
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Questione di stimoli, dunque, più che di ideologie e tipologie di gioco. Perché Zlatan non avrebbe difetto a giocare in qualunque schema e in qualunque modo, se motivato a dovere. Sarà la pura verità?
