Mentre continua ad incombere la guerra, l’Ucraina prova a dare comunque segni di normalità: il campionato è ricominciato nonostante la guerra, ma la paura è comunque tantissima. Una delle prime partite è stata interrotta più volte per l’allarme bomba, con il risultato di una durata da record.
Non c’è nulla di normale nella ripartenza del campionato di calcio, in Ucraina. Nonostante la guerra ancora in atto contro la Russia, il Paese prova a regalarsi qualche momento di svago, qualche attività di intrattenimento per non pensare a ciò che sta accadendo ormai da tanti mesi, per distrarsi dal dramma umano che sta affliggendo questa zona dell’Est europeo. Ma in queste condizioni giocare è quantomeno complicato, come dimostrato da una delle prime partite disputate, capace di infrangere un record non proprio felice.
La guerra non si ferma, ma il campionato ucraino prova a ripartire
Se la speranza è quella di poter regalare al Paese un nuovo inizio, seppur nel pieno di un conflitto, la realtà dei fatti è che anche questa voglia di tornare alla normalità si scontra con una realtà che è crudele, che è maligna, che è meschina e che non permette nemmeno per un attimo di tornare a sognare.
Capita così che una delle prime partite andate in scena in questi giorni ha visto accadere sul campo di tutto e di più. Una situazione tremenda che ha messo a dura prova la pazienza dei giocatori, degli arbitri e di tutte le persone coinvolte nel match, costrette più volte a rientrare negli spogliatoi-bunker a causa di un allarme bomba.
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Ucraina: un match dura 4 ore e mezza
Può sembrare incredibile, ma una gara del campionato ucraino ripartito ha già segnato un record clamoroso: è durata 4 ore e 27 minuti. Altro che i canonici 90 minuti. La situazione attuale del Paese necessità di misure straordinarie anche per poter portare a termine qualcosa che dovrebbe essere invece molto ordinario, come una partita di calcio. E il risultato è che, per poter portare a termine una partita, è servito più del doppio del tempo normale.
La gara in questione è Rukh–Metalist Kharkiv, una partita che tra l’altro vedeva in campo una squadra di una delle città più colpite da questo conflitto. Più volte, mentre le squadre erano impegnate in campo, l’allarme bombe è risuonato nell’impianto di Lviv, costringendo il direttore di gara a interrompere il match per far rientrare tutti negli spogliatoi.
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Spogliatoi come bunker
Spogliatoi che non sono i classici spogliatoi di uno stadio, bensì dei veri bunker. Per 145 minuti i calciatori delle due squadre e tutte le persone coinvolte sono stati costretti a rimanere rinchiusi lì, sotto terra, aspettando che passasse l’allarme. Alla fine il match è terminato per 2-1 a favore del Metalist, ma il risultato più importante è stato che nessuno si è fortunatamente fatto male. Anche se di normalità, per ora, in Ucraina è impossibile parlare.