Un’ex campione del Milan stellare di diversi anni fa, ha rilasciato un’intervista in cui ha parlato dell’attuale squadra rossonera, facendo dei paragoni che hanno scatenato non poche polemiche…
La stagione 2021/22 si è conclusa nel migliore dei modi in casa Milan. Dopo un testa a testa con l’Inter durato fino alla trentottesima giornata del campionato di Serie A, la squadra rossonera è riuscita ad avere la meglio sulla formazione allenata da Simone Inzaghi.
Così la compagine guidata dal tecnico Stefano Pioli ha conquistato lo scudetto, un titolo di campione d’Italia che mancava dalla bacheca rossonera da ben undici anni.
Una grande gioia dunque per i tifosi del club meneghino e anche per suoi ex giocatori, come Dejan Savicevic. Quest’ultimo ha vinto numerosi trofei in maglia rossonera. Si tratta di tre scudetti, tre Supercoppe Italiane, una Champions League e una Supercoppa Europea.
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Milan, Savicevic: “Pioli, ecco perché ha fatto l’impresa più grande”
L’ex campione rossonero ha parlato diffusamente della formazione rossonera nel corso di un’intervista rilasciata a Sportweek, settimanale allegato a La Gazzetta dello Sport, rivelando di essere ancora un tifoso della squadra rossonera. “Oh, sì. Non puoi dimenticare. Io sono presidente della federazione del Montenegro e tifoso del Milan. Ma un po’ meno di mio figlio Vlado“.
Savicevic ha aggiunto. “Sai, lui fa parte del Milan Club Podgorica, è andato a Reggio Emilia per la festa, in curva. Si è fatto le foto e le ha messe anche su Facebook. Io l’ho vista in tv, mi ha dato una grande gioia“.
Riguardo la vittoria del campionato da parte dei rossoneri e il grande lavoro del tecnico Pioli, Savicevic non ha dubbi. Queste le parole da parte dell’ex giocatore rossonero. “La festa è stata meritata perché abbiamo giocato con continuità. Forse in alcuni momenti della stagione non eravamo i più forti ma c’era un allenatore straordinario“.
Quindi Savicevic ha continuato. “Il merito è di Pioli. Per me è stato più bravo di Sacchi, Capello, Zaccheroni, Ancelotti e Allegri. Loro avevano tutti grandissimi campioni. Lui aveva un giovane gruppo da modellare e aiutare. Ecco perché ha fatto l’impresa più grande“.
