Ci sono sport estremi in cui il rischio per la propria vita è palese, si annusa, si respira nell’aria ed è anzi in certi casi anche il sale della competizione, quell’elemento che rende il tutto ancora più attraente sia per chi si mette alla prova e sia per il pubblico. Ma in altri sport non ti aspetteresti mai che un’atleta stia rischiando la sua vita, non crederesti mai di poter assistere a un dramma in diretta. Invece, negli ultimi Mondiali di nuoto abbiamo purtroppo dovuto assistere a scene tragiche, che hanno fermato il cuore di tutti noi. Fortunatamente, l’epilogo è stato però lieto. E il merito è soprattutto di una grande donna.
Al di là dei record e dei primati dei campioni italiani, gli ultimi Mondiali di nuoto verranno ricordati per sempre come quelli della tragedia sfiorata che ha coinvolto Anita Alvarez, campionessa americana nella specialità del nuoto sincronizzato. Una ragazza apparentemente priva di alcun problema, giunta a Budapest per giocarsi con la sua squadra le proprie chance di medaglia. Ma il fato aveva in serbo per lei qualcosa di molto diverso.
Nel bel mezzo della competizione, la ragazza ha infatti, improvvisamente, perso i sensi. Il suo cuore si è fermato per qualche momento e il suo corpo avrebbe potuto immergersi in acqua e costringerla all’annegamento sotto gli occhi degli spettatori da tutto il mondo, se non fosse stato immediato l’intervento di una donna che ha vestito, per qualche minuto, i panni della supereroina.
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Più veloce dei bagnini, più veloce di chiunque altro lì a Budapest è stata l’allenatrice Andrea Fuentes. L’ex campionessa spagnola ha infatti subito capito che qualcosa nella sua allieva non andava, e senza pensarci due volte si è tuffata per non farla colare a picco, evitando un dramma che avrebbe sconvolto probabilmente le vite di moltissime persone.
“Sono stati due minuti veramente brutti“, ha spiegato l’allenatrice ai microfoni del Corriere. Forse, i più brutti della sua vita. D’altronde, quel che non tutti sanno e immaginano è che il nuoto sincronizzato è ben più duro di quanto possa apparire. Tra movimenti veloci e giravolte in acqua, il cuore è chiamato ad accelerare i battiti, i polmoni a trattenere il respiro in apnea. A volte si va anche oltre ogni limite per arrivare al risultato, e può succedere quanto successo ad Anita, che d’un tratto ha smesso di respirare, e non volontariamente.
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L’intervento è stato rapidissimo ma preciso. Il cuore di Anita continuava a battere regolarmente, ma la nuotatrice non riusciva a respirare. Così Andrea le ha aperto la bocca e le ha girato la testa per farle sputare l’acqua. Nel frattempo era arrivato il bagnino, che però non sapeva cosa fare, e anzi alla fine l’ha costretta a soccorrere entrambi. Solo dopo l’intervento dei medici la situazione si è calmata, Anita ha ripreso a respirare e tutto si è concluso per il meglio. Ma la paura è stata tanta. Non fosse stato per lei, la nuotatrice sarebbe morta.
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