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Turchia-Italia: doppietta di Scamacca… Ah no, non ha segnato neanche lui…

Continua a far discutere il futuro dell’Italia in attacco: Sarri ieri, in conferenza stampa, ha invitato tra le righe Immobile, a lasciare la Nazionale, ma gli altri attaccanti centrali, che certezze danno?  Il problema sono i bomber o il gioco di Roberto Mancini?

Dopo la più deludente delle pause per la Nazionali, l’Italia torna a riabbracciare la Serie A. La ferita dell’eliminazione dal Mondiale è però ancora cocente, e non si placano le discussioni sul futuro degli Azzurri, soprattutto su quello di alcuni attaccanti che fin qui hanno fallito. In molti, quasi all’unanimità, hanno invocato una rinuncia, ad esempio, a Ciro Immobile nei prossimi mesi, per puntare tutto su giovani come Gianluca Scamacca. Ma una soluzione del genere potrebbe davvero rappresentare una svolta per la nostra Nazionale?

Scamacca con l’Italia (© LaPresse)

Una prima risposta ce l’ha data la partita giocata dagli Azzurri in Turchia. Una vittoria inutile, al freddo di Konya, nella gara forse più dolorosa e umiliante della storia della nostra rappresentativa. Un successo firmato però dall’altro gioiello del Sassuolo, Giacomo Raspadori. Nonostante le aspettative e la grande chanche concessa, Scamacca non è riuscito a incidere. Proprio come fatto da Immobile in questi mesi, o da Belotti quando è stato chiamato in causa.

Che il problema possa essere quindi di natura differente? Non tutti ne sono convinti, e gli attacchi verso il bomber di Torre Annunziata continuano a essere molti, anche piuttosto duri. Non è un caso Maurizio Sarri, intervenuto in conferenza stampa, ha voluto difendere il suo attaccante, invitandolo, anche se non direttamente, a lasciare la Nazionale.

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Infastidito per le critiche ricevute dal centravanti biancoceleste, il tecnico ha sostanzialmente detto questo: “Se fossi in Immobile, io saprei cosa fare“. Tradotto: se gli ‘esperti’ in Italia ritengono che il problema della Nazionale sia lui, l’unica scelta possibile è farsi da parte.

Enigma bomber per gli Azzurri: e se la colpa fosse di Mancini?

La carta d’identità conta, per la critica sportiva in Italia. E così, all’indomani dell’eliminazione più dura da digerire per la nostra Nazionale, praticamente tutti hanno invitato Mancini a puntare su ragazzi come Scamacca (classe 1999, 39 gol in carriera), piuttosto che su ‘vecchi’ come Immobile (classe 1990, 254 gol fin qui).

Ciro Immobile con l’Italia (© LaPresse)

Eppure, c’è qualcosa che non torna. Perché anche nella gara con la Turchia il centravanti azzurro, nell’occasione il bomber del Sassuolo, non è sembrato al centro del gioco della Nazionale. Possibile che sia quindi solo una questione di singoli, di individualità? E se il problema fosse invece l’idea di gioco imposta dal commissario tecnico Mancini?

Da quando il tecnico di Jesi siede sulla panchina della Nazionale, in effetti, la sensazione è stata sempre di un gioco corale che coinvolgesse nella finalizzazione tutti gli offensivi, dalle ali alle mezzali, chiamate a un numero importante di inserimenti. A discapito, però, dell’attaccante centrale, più utile alla manovra che non meramente alla fase di conclusione.

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Un aspetto che forse andrebbe pesato e tenuto in considerazione, perché non è detto che cambiare attaccante possa risolvere il problema dei bomber. Anzi, forse in quest’ottica potrebbe davvero convenire rivoluzionare tutto, facendo a meno di un centravanti statico a favore di un attaccante che leghi i reparti come Raspadori. Rinunciare però, a priori, a un centravanti del calibro di Immobile, ancora nel pieno della forma e della carriera, sembra oggi rischioso ed eccessivo, punitivo e forse autolesionista. Lo ha fatto intendere, fra le righe, anche Sarri. E se lo pensa un tecnico esperto e talentuoso come lui, forse qualcuno dovrebbe iniziare a rivedere le proprie convinzioni…

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