Ci sono cartellini rossi corretti ed espulsioni che fanno gridare allo scandalo, al punto da entrare nella storia. Un esempio su tutti è questo episodio incredibile che coinvolse uno dei calciatori brasiliani più amati e corretti di sempre.
Ci sono calciatori che rimangono nella storia, per gol da sogno, per giocate favolose, per una collezione di trofei invidiabile, ma anche per episodi ben più contraddittori; Un esempio ve lo proponiamo oggi, e quella che andiamo a mostrarvi, qualora non l’avesse ancora mai vista, è l’espulsione più assurda di tutti i tempi, o almeno, una delle più incomprensibili che si sia mai vista su un campo di calcio professionistico. L’espulsione in questione, tra l’altro, è arrivata ai danni di un calciatore rimasto nell’immaginario collettivo come un esempio di correttezza, e si è verificata comunque, in una partita di una certa importanza.
Di episodi strani e controversi ne è piena la storia del calcio. Dai gol convalidati nonostante evidenti infrazioni, fuorigioco inventati, reti fantasma. Una serie di vicende che solitamente rimane impressa nella memoria perché decisive per il risultato finale. C’è però un episodio assurdo e inspiegabile che non ebbe alcun impatto sul risultato, ma viene lo stesso ancora oggi ricordato come esempio di espulsione senza senso.
Stiamo parlando di un cartellino rosso sventolato in faccia a una bandiera del Milan, qualche anno fa, nel corso di un Mondiale. L’espulsione clamorosa di uno dei calciatori più amati di tutti i tempi, dal volto pulito e dall’atteggiamento sempre corretto. Ma non per questo arbitro un po’ fiscale…
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Cartellino rosso a Kakà: una decisione senza senso
Il calciatore in questione è il mitico Ricardo Kakà, uno dei talenti più limpidi del calcio brasiliano degli ultimi trent’anni. Autentico fenomeno, in grado di trascinare non solo il Brasile, ma anche e soprattutto il grande Milan di Ancelotti, venne apprezzato per tutta la sua carriera per l’immagine pulita, la correttezza e il fair play; Eppure anche lui fu espulso durante i Mondiali del 2010, e lo fu per un fallo davvero inesistente.
Minuti finali della gara del girone tra Brasile e Costa d’Avorio. Sul risultato di 3-1 per la formazione di Dunga, in una partita già archiviata, e decisa anche da alcune grandi giocate del numero 10, Kakà venne espulso per una presunta manata su Keita. Rotolato a terra in preda a dolori atroci, in realtà il calciatore ivoriano aveva a dir poco enfatizzato il colpo subito. Non proprio il miglior esempio di sportività. Non ci credi? Guarda qui:
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Va detto che Kakà non è stato proprio il calciatore più fortunato in quanto a cartellini rossi. A fine carriera, con gli Orlando City in MLS, il brasiliano fu espulso per una manata in faccia in un match con i New York Red Bulls ai danni di Aurelian Collin. Peccato che i due fossero grandi amici e che la ‘manata’ non fosse altro che un buffetto, un gesto scherzoso per allentare la tensione. Ma il Var fu integerrimo e decise di applicare il regolamento alla lettera. Un chiaro caso di eccesso di rigore.