Robert Lewandowski non ci sta e straccia un ricchissimo contratto. Questione di valori che vanno ben oltre il calcio e il vil denaro. Una decisione incredibile che ha fatto il giro del mondo mettendo ancora più in risalto le qualità umane del centravanti polacco, da anni ormai uno dei più importanti calciatori al mondo. Un calciatore dalle qualità umane forse ancora più importanti rispetto a quelle dimostrate sul campo.
In un mondo del calcio in cui la gran parte dei calciatori, facendosi beffe dell’affetto dei tifosi, degli allenatori e dei dirigenti, preferiscono andare a scadenza di contratto per cambiare aria e guadagnare un milioncino in più da qualche altra parte. In un mondo in cui è il denaro a decidere del futuro e delle vite di giovani uomini, convinti anche a ‘tradire’ i propri sostenitori. In un mondo formato da individui definiti, spesso, come mercernari, Robert ha deciso di fare la differenza.
E lo ha fatto optando per una strada inconsueta, diversa dal solito: la rinuncia a un contratto multimilionario per questioni morali. Una scelta che merita applausi scroscianti, a prescindere dalla motivazione, più o meno valida.
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L’azienda cui Lewandowski ha scelto di voltare le spalle è Huawei, un colosso dell’elettronica. Il bomber polacco era legato alla società cinese da un ricco contratto, che gli garantiva ben cinque milioni di euro all’anno. Un guadagno straordinario che andava ad arrotorondare uno stipendio già non proprio misero percepito al Bayern.
Ma cos’è cambiato negli ultimi tempi nei rapporti tra Lewa e il colosso cinese? A scatenare l’ira del centravanti è stato lo scoppio della guerra. Il calciatore, che si è sentito fin da subito toccato da un conflitto che sta causando la perdita di migliaia di vite a pochi chilometri di distanza da lui, ha infatti deciso di dare una mano in maniera concreta alla causa ucraina.
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Cosa c’entra Huawei con la guerra? A quanto pare l’azienda cinese avrebbe in questi giorni, secondo quanto riferito dal Daily Mail, aiutato la Russia, proteggendo la sua rete dagli attacchi informatici, soprattutto da quelli del gruppo Anonymous. A nulla è valsa la respinta ufficiale di tali accuse. Il calciatore non se l’è infatti sentita di andare avanti, attraverso il suo assistente ha comunicato ufficialmente la fine della relazione con Huawei.
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