José Mourinho e Gian Piero Gasperini. Due personaggi differenti, due allenatori con poco in comune se non quel fuoco dentro che a volte, li porta ad accendersi oltre il consentito e a dar vita a sceneggiate che poco hanno a che fare con lo sport e con il fair play. Un concetto sempre più lontano dal mondo del calcio, almeno da quello italiano, specialmente quando si ha a che fare con tecnici e calciatori che sentono forse oltre ogni limite la pressione del risultato, trasformandosi spesso, anche se involontariamente, in cattivi esempi per i più piccoli.
Due situazioni di questo tipo sono arrivate nella ventiseiesima giornata del campionato di Serie A sui campi dell’Olimpico di Roma e del Franchi di Firenze. Ad aprire i giochi è stato José Mourinho, lo Special One alla guida di una Roma mai come in questo momento in grave difficoltà.
I risultati stentano ad arrivare, il gioco è stato latitante per quasi tutta la stagione e adesso, dopo una serie di episodi, bisogna ammetterlo, anche sfortunati, il tecnico portoghese sembra sull’orlo di una crisi di nervi; Lo ha dimostrato settimana dopo settimana in questi mesi in cui, sono state davvero poche, le scelte arbitrali che lo hanno trovato d’accordo.
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Nella gara contro l’Hellas Verona, però, José ha superato ogni limite. Al termine di una partita molto complicata, a causa anche dei tanti assenti, e riacciuffata solo all’ultimo grazie a due ragazzi della Primavera, il tecnico ha dato in escandescenze, ha mimato il gesto del telefono (con chiaro riferimento a qualche presunta telefonata arrivata all’arbitro per ‘affossare’ la Roma, evidentemente per lui in corsa con la Juventus per la Champions) e si è beccato un rosso sacrosanto. Probabile una squalifica di almeno tre giornate, come quella di qualche anno fa, quando mimò lo storico gesto delle manette.
Se Mourinho non è sembrato avere motivazioni valide per lamentarsi nella sfida con la squadra di Tudor, se non un rancore covato nei confronti di Pairetto, arbitro che già non aveva apprezzato in una gara con il Bologna, più ‘scontato’, ma non giustificato, lo sfogo di Gian Piero Gasperini, a sua volta espulso dopo aver manifestato tutto il suo dissenso verso l’arbitro di Fiorentina-Atalanta, l’espertissimo Doveri.
Il tecnico della Dea, evidentemente molto nervoso per una classifica che si è fatta complicata a causa dei tanti impegni e soprattutto dei troppi infortuni patiti dalla sua squadra, non ha accettato l’annullamento del gol di Malinovskyi, che avrebbe permesso agli orobici di riacciuffare il pari a circa 30 minuti dal termine, per tentare magari anche un clamoroso colpaccio.
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Un annullamento inspiegabile, secondo l’allenatore ex Genoa, e che sicuramente ha destato più di una perplessità. Basta leggere le moviole del giorno dopo per capire quanto un episodio del genere abbia diviso anche gli esperti. Normale dunque che l’allenatore, in un momento così concitato, possa essersela presa. Ma il nervosismo ancora una volta ha giocato un brutto scherzo al tecnico, il quale si è lasciato andare a una frase sibillina ma molto grave: “Questo non è più calcio“. Parole che potrebbero costargli caro e che, accompagnate da una gestualità molto vigorosa, hanno reso la sua protesta tutto meno che civile. Parafrasando lo stesso diretto interessato: “Questo non è fair play“.
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