Contro tutto e tutti, Sofia Goggia c’è, come direbbe Guido Meda. Contro la sfortuna, che ha provato a toglierle il sogno olimpico, quello per cui un atleta gareggia, si allena e fatica tutto il giorno, tutti i giorni, quasi senza sosta. Sicuramente contro delle avversarie intrepide, di grande talento e grande caparbietà, non meno desiderose di lei di arrivare al massimo risultato. E poi contro chi non ha creduto in lei e pensava che a Pechino, non solo non sarebbe mai riuscita a conquistare nulla, ma forse non ci sarebbe nemmeno arrivata.
Nulla ha potuto fermare l’immensa sciatrice bergamasca, oggi più che mai meritevole di un appellativo enorme come ‘leggendaria’. Perché Sofia è riuscita ad andare oltre ogni limite e oltre ogni più rosea previsione, arrivando a soli 16 centesimi da un’impresa che avrebbe avuto del sovrumano.
Mai come questa volta, però, non c’è alcun rammarico nel suo argento. Una medaglia che vale più di qualunque oro, anche di quello conquistato soli quattro anni fa dalla stessa Sofia Goggia, oggi come non mai una delle sciatrici più importanti della nostra storia. Una donna straordinaria che possiamo goderci, una persona solare che il mondo ci invidia, ancora una volta, e che rende tutti noi ogni giorno più orgogliosi.
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Urla di gioia incontenibili per Sofia Goggia. Mai come in questo giorno, forse, l’abbiamo vista fuori controllo. Lei, che ha sfiorato l’impresa mitica, superando sul podio anche la compagna di squadra, a sua volta straordinaria, Nadia Delgado. Lei che si sarà vista passare davanti agli occhi un’intera carriera fatta di traguardi eccezionali, inimmaginabili. Ma nessuno all’altezza di questo.
Perché 23 giorni fa, poco più di tre settimane fa, Sofia si era procurata un infortunio di non poco conto, una distorsione al ginocchio sinistro con lesione parziale del legamento crociato e microfrattura del perone. Un danno che avrebbe probabilmente messo ko chiunque, che avrebbe convinto molti a non provarci nemmeno. Ma lei no. Perché tutti i sacrifici fatti nella sua vita e in questi ultimi quattro anni per poter tornare a gareggiare in un’Olimpiade non potevano essere gettati al vento. Serviva un nuovo, ulteriore ed estremo sacrificio. E lo ha fatto, lo ha portato a termine, dimostrandosi più forte di tutto e tutti in un gara da vedere e rivedere.
Quanto quest’impresa sia stata fuori da ogni logica è dimostrato anche dalla reazione di tutte le sue più importanti colleghe, a partire da Lindsey Vonn, ex sciatrice americana che di Olimpiadi se ne intende: “Sofia the best“. Come darle torto. A farle i complimenti immediati, ovviamente, anche il presidente del Coni Giovanni Malagò, che ha voluto sottolineare come questo argento valga quanto un successo.
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“Impresa straordinaria“, ha scritto invece Marcell Jacobs, l’uomo più veloce del mondo, mentre Valentina Vezzali, ex campionessa di scherma e oggi sottosegretaria alla presidenza del Consiglio con delega allo sport, si è limitata a scrivere un tweet molto emozionante per ringraziarla. Perché sono queste le imprese che fanno capire quanto lo sport non sia un gioco, ma molto di più.
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