Il giorno del giudizio è arrivato, per Luciano Spalletti. La prova del nove della sua avventura sulla panchina del Napoli, almeno fin qui. Allo stadio Maradona la squadra partenopea, da seconda in classifica, affronta alle ore 18 l’Inter capolista e campione d’Italia, per un’operazione sorpasso, probabilmente momentaneo, d’importanza capitale per le ambizioni di una formazione che mai come oggi sembra poter aspirare a sogni di gloria più alti rispetto al recente passato.
“Se vinciamo, diventa una figata“, ha dichiarato il tecnico certaldino nella conferenza della vigilia, in un tentativo di allentare la pressione sui propri uomini e al contempo non nascondere la propria voglia di rendere quel sogno chiamato scudetto potenzialmente afferrabile.
E che la voglia in tutto l’ambiente sia quella di poter respirare nuovamente la magia della lotta per il tricolore è dimostrato anche dall’attesa spasmodica della città, concretizzata in una manifestazione d’amore nella sera della vigilia sotto l’hotel in cui alloggia la squadra.
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“Notte prima dell’esame“, hanno scritto gli ultras della Curva B, in uno striscione mostrato a calciatori e tecnico. Assenti per scelta nella gara delle del Maradona, i gruppi più caldi del tifo organizzato hanno voluto far sentire il proprio amore e il proprio sostegno ai ragazzi, chiedendo anche un incontro ai capitani, Insigne e Koulibaly, per spiegare le ragioni della loro assenza e caricarli in vista del big match. Insomma, la febbre è a livelli altissimi. Riuscirà Spalletti a sfruttare l’onda emotiva?
Non è positivissimo il bilancio, fin qui, del tecnico certaldino contro le sue ex squadre. Guardando solo le statistiche con l’Inter, in generale l’allenatore ha fin qui conquistato 12 vittorie e 9 pareggi su 34 gare, uscendo quindi per ben 13 volte senza nemmeno un punto.
Va però sottolineato come fin qui sia solo uno il precedente tra il soprannominato Spallett-One e la Beneamata da quando ha lasciato, suo malgrado, la panchina nerazzurra. E si tratta ovviamente della gara d’andata, che ha lasciato un boccone amaro nella bocca del tecnico, con una sconfitta per 3-2 al Meazza sul campo meritata, e arrivata tuttavia non senza un pizzico di sfortuna, soprattutto nel finale.
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Non può dunque ricorrere alla cabala, l’allenatore toscano, per trovare motivazioni e positività. Dovrà guardare solo a se stesso, scavarsi dentro e soprattutto scavare dentro i cuori dei propri calciatori, per permettergli di superare un ostacolo molto alto, che potrebbe però spianare la strada verso un rettilineo sì lungo, ma mai così libero davanti a sé.
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