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Un Miguel Veloso d’annata: per il Verona è il vino migliore

Miguel Veloso rimane sempre il leader del Verona. Passano gli allenatori, resta un elemento che sta facendo la storia recente dei gialloblù.

Miguel Veloso, capitano di un Verona sempre coriaceo – foto LaPresse

Tutti in piedi per Miguel Veloso. Il calciatore che non ti aspetti, in realtà è diventato il simbolo del Verona in tempi recenti. Era arrivato quasi in sordina, come se fosse un elemento da riciclare e per fare numero, ma in realtà sin dal suo arrivo a Verona ne ha preso il dna. Ovvero quello di un calciatore che non molla mai, fa buona legna e riesce a essere concreto.

Lo sta dimostrando anche nelle partite di questa stagione, quando Miguel Veloso gioca il Verona ha sempre una marcia in più. Un po’ per l’esperienza, un po’ anche per la maestria con il quale fa girare il pallone, il capitano degli scaligeri insieme a Marco Faraoni è l’anima del gioco.

Se ne accorse subito Eusebio Di Francesco, che però non ha potuto sfruttarlo a pieno, lo sa bene Igor Tudor che ne ha testato le qualità in campo ottenendone buoni risultati.

Il Verona con il portoghese in campo viaggia su medie alte, ha buona predisposizione offensiva e soprattutto ha un’arma in più sui calci piazzati.

Quando l’esperienza conta

In campo contro la Fiorentina ha dato un gran contributo – foto LaPresse

Era appena svincolato dal Genoa (per altro di proprietà del suocero Enrico Preziosi) quando arrivò la telefonata di Ivan Juric due estati fa. Il tecnico croato era arrivato a Verona e stava portando qualche fedelissimo come il turco Gunter in rosa nonché lo stesso Miguel Veloso. Non fosse stato per il prezzo già esorbitante avrebbe portato in gialloblu anche Cristian Romero, che proprio il tecnico croato fece esordire in Serie A contro la Juventus.

Juric volle un uomo d’ordine a centrocampo e il portoghese andò in Veneto ben contento della stima del tecnico. Una stima ben ricambiata, già alla prima giornata segnò un bel gol su punizione contro il Bologna. La stima e l’impegno non mancarono successivamente, il Verona divenne una squadra da sconfiggere e Veloso il padrone della mediana. Con tanti partner affianco, partendo da Amrabat, che faceva filtro e consentiva al regista portoghese di poter toccare il pallone con più libertà.

Così come nella scorsa stagione, fuori il turco ecco altri compagni ad assisterlo. Da Tameze a Ilic, provando addirittura il doppio regista, il Verona a centrocampo ha retto l’urto. Con un Veloso sempre più prezioso e, nonostante gli acciacchi dell’età, si è rivelato sempre fondamentale.

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Ora con Tudor sta distillando calcio, ben sapendo come l’età incombe. Finché reggeranno le gambe, sarà difficile escluderlo dai titolari, in Serie A elementi con questa esperienza è meglio tenerseli stretti e a tutti i costi.

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