La Lazio di Sarri è in crisi? Forse sì, ma è già entrata nella storia. Anche se non nel modo che avrebbe sperato il tecnico di Figline Valdarno. Incredibilmente, la squadra biancoceleste è riuscita in un’impresa che mancava da tantissimi anni, oltre sessanta: subire una caterva di gol in sole quindici giornate di campionato.
Quando ormai ci avviciniamo alla fine del girone d’andata, i ragazzi di Sarri sono già riusciti a subire 29 reti. Tantissimi, una media da zona retrocessione. Non a caso, al momento quella dell’allenatore toscano è la terza difesa più perforata d’Italia, dietro solo a Spezia (34) e Salernitana (31), al pari delle due genovesi e del Cagliari. Parlare di difesa da incubo non è un’esagerazione.
La media è di quasi due gol subiti a partita. Davvero troppi per chi dovrebbe, sulla carta, puntare a un piazzamento europeo di qualunque genere. E d’altronde non è una consuetudine nella storia per la Lazio subire così tanto: era addirittura dal 1957/1958 che la squadra bianconceleste non subiva 29 gol in quindici giornate. Urge un’inversione di tendenza al più presto, per non rischiare di trasformare un progetto ambizioso in quello che diventerebbe probabilmente il fallimento più clamoroso nella carriera dell’allenatore ex Juventus.
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Va comunque sottolineato un dato inconfutabile. A pesare sul bilancio negativo della difesa della Lazio sono gli ultimi due poker subiti contro Napoli e Udinese in soli quattro giorni. Prendere tante reti in due partite è un’anomalia per una squadra di livello. Una goleada può capitare anche capitare, come a Verona qualche settimana fa, ma è davvero difficile metterne in fila due a distanza così ravvicinata. E senza quegli otto gol i numeri sarebbero decisamente più leggeri anche per la retroguardia, che si porterebbe all’incirca allo stesso livello della Fiorentina.
Si parla di crisi di rigetto per i suoi principi di gioco da parte di calciatori abituati a macinare un calcio completamente diverso. Possibile, anche se il problema potrebbe anche essere di uomini, visto che la rosa è costruita ancora ed essenzialmente per il calcio sviluppato dal precedente allenatore.
E chissà che il mercato non possa quindi arrivare in soccorso di Sarri, liberandolo di calciatori anche talentuosi, ma poco idonei al suo gioco (la mediana Milinkovic-Cataldi-Luis Alberto non potrà mai garantire la copertura offerta da Hamsik-Jorginho-Allan).
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Anche perché, nel corso della sua carriera, il tecnico non ha mai subito così tante reti: se con il Napoli in media era riuscito a rimanere a meno di un gol a partita, aveva superato di poco la soglia del gol con Juventus, Chelsea e addirittura con l’Empoli. Solo due delle sue squadre hanno saputo fare peggio della Lazio: il Grosseto (media di 1,70 gol in dieci partite) e l’Avellino (2 gol subiti nell’unica gara da allenatore degli irpini).
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