Hockenheim, caos e show: vince Verstappen, Vettel arriva 2° partendo 20°

L’attuale Formula Uno avrebbe bisogno di meteo “pazzo” in ogni gara per offrire al pubblico quell’imprevedibilità che la troppa tecnologia ha relegato da tempo in un angolo buio. Così, gare come quella di ieri ad Hockenheim offrirebbero spesso suspense e colpi di scena a ripetizione.

Il meteo, al di là dei piloti, è stato l’indiscusso protagonista. La pioggia ad intermittenza ha causato incidenti a ripetizione, 7 interventi (4 reali e 3 virtuali) della Safety car e cambi gomma come da tempo non si vedeva. Alla fine, a spuntarla è stato Max Verstappen, nonostante il testacoda a cui è riuscito splendidamente a rimediare. La palma del migliore va però indubbiamente a Sebastian Vettel.

Il ferrarista, partito ultimo, è stato capace di risalire la china fino a piazzarsi dietro le spalle del pilota olandese, sfruttando i momenti in cui è andata in scena la Safety car. L’imprevedibilità ha inoltre consentito a Daniil Kvyat di piazzarsi al terzo posto, riportando dopo 11 anni la Toro Rosso sul podio (Monza 2008). E le due Mercedes? Uscite di scena nel cambio di direzione del Motordom, diventato insidioso come una pista di pattinaggio. Nello stesso punto è stato costretto ad ammainare bandiera Charles Leclerc, poco dopo essere riuscito a conquistare il secondo posto dietro ad Hamilton.

Come accaduto in altre occasioni, Verstappen si inchioda al via e lascia spazio a Bottas, che si piazza dietro il suo compagno di scuderia. Leclerc riesce a balzare in sesta posizione, mentre Vettel dalla 20° passa in 14°. I primi sussulti capitano dopo il 23° giro. Le gomme slick (un azzardo) causano problemi di tenuta, portando all’errore nel cambio di direzione al Motodrom: prima è Verstappen a girarsi a 360°, riuscendo però a riprendere la pista. Invece Leclerc si impantana nella ghiaia e non riesci più a ripartire.

Qualche giro dopo, è Hamilton a sbagliare nello stesso punto, danneggiando l’ala. Riparte ma deve rientrare nei box, dove il pit dura 50 minuti tra cambio gomme e alettone. Di nuovo Safety car e tutti ne approfittano per metter le gomme verdi-intermedie. Verstappen è in testa, davanti a Hulkenberg, Bottas, Albon ed Hamilton. Vettel è invece ottavo.

Al 48° giro smette di piovere e tutti iniziano a rientrare per montare le gomme rosse. Verstappen resta sempre in testa, mentre dietro di lui è bagarre con Stroll secondo, Kvyat terzo e Bottas quarto. Vettel è al nono posto, mentre Hamilton è dodicesimo. Proprio quest’ultimo, al 52° giro, sbaglia di nuovo, ma questa volta senza urti, scivolando in ultima posizione. Tre giri dopo, Bottas si schianta contro le barriere alla solita curva e deve abbandonare la gara. Dal 60 giro in poi, va in scena Vettel: dal quinto posto, approfittando dell’ennesima Safety car, riesce a superare prima Sainz, poi Stroll e, ad un giro e mezzo dalla fine, anche Kvyat. Il secondo posto è iniezione di fiducia per lui e la squadra, ma non deve far dimenticare quanto accaduto sabato in qualifica.

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