La caduta dei dominatori della Serie A è avvenuta alle ore 14.30 circa. Marassi è il campo di battaglia su cui si sono arresi i “gladiatori” bianconeri, reduci dalla battaglia di martedì scorso all’Allianz Stadium contro gli arcigni nemici spagnoli dell’Atletico Madrid. Privi del loro condottiero principe, tale Cristiano Ronaldo da Madeira, la truppa guidata dal generale Allegri non è riuscita ad evitare una sconfitta ormai nell’aria da qualche settimana.
Se a Bologna e a Napoli i bianconeri, seppur giocando al limite dell’indecenza, erano riusciti ad uscire vincitori, a Genova i rossoblù locali, dopo una grande prestazione, li hanno costretti alla resa. Il fato del calcio, come a volte accade, ha voluto entrare in gioco attivamente. Dopo due minuti dall’ingresso in campo Sturaro, giocatore della Juve fino a gennaio, ha fatto partire dal limite un rasoterra velenoso che, con la complicità di Perin e del terreno, si è depositato in rete. Era il 72° e dentro Marassi si alzava un urlo di gioia incontenibile, sia dagli spalti che sul campo. Il raddoppio è arrivato al 81° sempre grazie ad un neo-entrato. Pandev, che aveva sostituito 20 minuti prima Sanabria, ricevuta palla al limite dell’aria, si è girato per eludere l’intervento di Rugani e dalla linea dell’area di rigore ha fatto partire un forte tiro angolato che ha superato il disperato tuffo di Perin.
Della sconfitta ne ha approfittato il Napoli che, grazie alla vittoria per 4-2 sull’Udinese, ha ridotto lo svantaggio a 15 punti. La Juve sarà costretta a non sbagliare più se vuole chiudere la pratica Scudetto il prima possibile.
In serata, è andato in scena il derby della Madonnina. A prevalere meritatamente, dopo 96 minuti tirati, è stata l’Inter di Spalletti, soprattutto per quanto si è visto nella prima frazione di gioco. Passati subito in vantaggio con un gol di Vecino, lesto a ribadire in rete a porta sguarnita un assist di testa di Lautaro, i nerazzurri hanno controllato agevolmente i vacui tentativi rossoneri, apparsi timidi e poco determinati in campo. Dopo un tentativo di Paquetà, respinto da Handanovic, l’Inter ha sfiorato il raddoppio in due circostanze con uno scatenato Vecino, che prima si vede respingere il colpo di testa da Donnarumma e poi spara alto da posizione favorevole.
Nel secondo tempo, sono sempre i nerazzurri a menare le danze. Il raddoppio arriva al 51° con un colpo di testa di De Vrij, lesto ad anticipare tutti su calcio d’angolo e a mettere la palla dietro le spalle di un incolpevole Donnarumma. Il 2-0 riesce a ridestare dal torpore i giocatori rossoneri, che iniziano a buttarsi in avanti. Al 57° arriva il gol, grazie a Bakayoko, lesto ad infilare Handanovic di testa. I sogni di rimonta durano però solo 10 minuti, infranti dal rigore concesso da Guida per fallo di Castillejo su Politano. Dal dischetto, Lautaro non sbaglia e sigla il 3-1 nerazzurro.
Il Milan non si scompone e dopo solo quattro minuti accorcia nuovamente. Su angolo battuto da Suso, è Musacchio a ribadire in rete una corta respinta di Handanovic. I rossoneri si riversano avanti alla ricerca del pareggio. L’occasione capita a Castillejo, ma il portiere nerazzurro respinge. Prima del fischio finale, accadono due episodi: il rosso a Conti tramutato in giallo dal VAR e la quasi lite tra Kessie, appena sostituito, e Biglia, separati dai compagni in panchina. Al triplice fischio finale, il pubblico di fede interista festeggia insieme ai giocatori in campo. L’Inter scavalca il Milan in classifica e si riporta al terzo posto. La lotta per le posizioni Champions resta avvincente.