Higuain è sbarcato a Londra, Piatek a Milano: questi sono i due “colpi” per adesso rilevanti della sessione invernale di calciomercato. Da sabato in poi, i tifosi del Milan dimenticheranno il Pipita e presteranno tutta la loro attenzione sull’attaccante polacco, autentica rivelazione grazie ai 13 gol segnati con la maglia del Grifone.
Se il calcio italiano ha inevitabilmente perso un campione e protagonista in questi anni di militanza in Serie A, per il Milan la musica sarà la stessa? Oppure l’arrivo di Piatek darà quell’apporto che il bomber argentino non è riuscito ad offrire? Basandosi sui numeri, il polacco ha tutto dalla sua parte: maggiore numero di gol (13 contro 6) e prestazioni di livello, anche quando non ha segnato. Ma a volte i numeri non bastano come garanzia.
Una cosa è giocare nel Genoa, il cui obiettivo ogni anno è la salvezza anticipata, un’altra è il Milan, dove da anni si cerca disperatamente di raggiungere le posizioni utili per approdare in Champions League. Inevitabilmente, avrà addosso gli occhi di tutti e la tensione interiore prima, durante e dopo le partita triplicherà. Sarà un banco di prova importante, il quale decreterà se Piatek potrà diventare uno degli attaccanti più forti al mondo o resterà l’ennesima eterna promessa.
Quanto accaduto ha messo in evidenza un fatto inequivocabile: l’attuale scarsa capacità della dirigenza rossonera. E’ inconcepibile acquistare prima Bonucci e poi ottenere in prestito Higuain per perderli il primo dopo un anno e il secondo dopo 6 mesi. Prima c’era Fassone come Amministratore Delegato, ora Ivan Gazidis, da tutti visto come capace e autoritario. Eppure è accaduto di nuovo: prima la fuga di Bonucci e poi quella di Higuain. Quale sarà la prossima?
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