Una donna ha fatto irruzione in campo durante un match valido per i playoff Nba e si è incatenata al canestro: il motivo del gesto.
Qualche giorno fa durante il match che si è disputato fra i Timberwolves e i Clippers è accaduto un episodio decisamente originale. Nel corso della gara, valida per i playoff Nba, una donna è entrata in campo e si è incollata nel campo da gioco.
Con questo gesto ha voluto inscenare una protesta nei confronti di Glen Taylor, patron della squadra del Minnesota. La ragione era scritta sulla maglia che stava indossando, su cui era scritto il seguente messaggio. “Glen Taylor arrostisce animali vivi“.
Glen Taylor, proprietario dei Timberwolves, è accusato di aver ucciso cinque milioni di uccelli all’interno di un allevamento della Rembrandt Enterprises, nell’Iowa. La stessa maglia è comparsa anche nel corso della gara 1 che si è disputata a Memphis.
Lì i Grizzlies stavano disputando la gara 1 del primo turno dei playoff NBA contro i Minnesota Timberwolves. In questo caso, al FedEx Forum una donna, sostenitrice dei diritti degli animali, è entrata in campo e si è incatenata al canestro.
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Nba, animalista entra in campo e si incatena a canestro: arrestata e portata in carcere
Questo gesto, compiuto a quattro minuti e quattro secondi dal termine del secondo quarto, ha comportato la sospensione della partita. Il match è poi ripreso dopo qualche minuto.
Infatti c’è voluto un po’ per compiere la rimozione della catena dal palo che tiene il canestro. Alcuni addetti alla sicurezza hanno poi portato fuori la donna dal palazzetto. Addirittura cinque addetti sono dovuti intervenire per portarla via.
La donna è stata arrestata e portata nel carcere della contea di Shelby. È stata accusata di “alterazione dell’ordine pubblico e violazione di domicilio”. Stando a USA Today, la persona che ha inscenato questa protesta ha tirato dei volantini prima di fare irruzione in campo e incatenarsi al canestro. Le due proteste sono state rivendicate da Direct Action Everywhere, rete a difesa dei diritti degli animali.
