Il Napoli supera la Lazio al fotofinish con un eurogol di Fabian Ruiz, conquista la vetta della classifica e dà a Luciano Spalletti la possibilità di dar vita a uno dei suoi primi show partenopei. Sarà stata la tensione di una gara dalle mille svolte, piena di ribaltamenti e carica di tensioni, complici risultati della vigilia. Stavolta, però, il tecnico certaldino nel post partita non ha trattenuto le emozioni, lasciandosi andare a quello che è sembrato un vero e proprio sfogo. Mirato, peraltro, a una parte della stampa e del tifo napoletano, per chi conosce l’ambiente.
Il ‘Luciano furioso’ è tornato. Non ai livelli di Roma e Milano, ma certo la tensione sta iniziando a far vacillare anche la serenità zen mostrata da Spalletti fin qui a Napoli, salvo rari casi. E d’altronde non potrebbe essere altrimenti. Perché alle critiche non ci si abitua quasi mai, e a volte ce ne sono alcune che sembrano costruite quasi ad arte, o comunque basate su dati poco concreti, che fanno perder la pazienza anche al più pacato tra i santoni. Figurarsi a un ‘toscanaccio’ dal sangue caldo che ribolle nelle vene.
Quanto ci teneva a questa partita Spalletti era palese, e lo ha dimostrato a fine gara, quando si è sciolto anche in una commozione che ha fatto molta impressione. Ma ancor più impressione ha fatto lo sfogo contro quelli che, testualmente, “rompono i co**ioni col carattere“.
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Il concetto di ‘avvelenamento dei pozzi’ è particolarmente utilizzato nello sport, specialmente in quelle situazioni in cui, come direbbe Mourinho, si sente forte il rumore dei nemici. E quando i nemici sono interni, fanno ancora più rumore. Tra tutte le critiche che sono piovute sul Napoli opaco delle ultime settimane, privo di mordente contro l’Inter nello scontro diretto, maltrattato a Barcellona nel secondo tempo del Camp Nou, graziato da un Cagliari roboante ma privo di mira e poi umiliato in casa contro i ragazzi di Xavi, quella del carattere è una delle più fastidiose e inutili. Ed è sicuro che, senza il gol di Fabian, sarebbe tornata di moda.
Ma cosa vuol dire carattere? Si tratta di una qualità che si può allenare? Di una qualità che si può comprare su qualche bancarella? Di un pregio che può funzionare a intermittenza, che a volte hai e a volte no? Nulla di tutto ciò. Ha a che fare con l’indole di ognuno di noi, ma non può essere l’unica cosa decisiva nei risultati sportivi. Può aiutare, ma senza tecnica e tattica non c’è carattere che possa farti arrivare in alto, con le dovute eccezioni, che tali sono non a caso.
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Lo sa bene Spalletti. E per questo motivo dovrebbe tapparsi le orecchie, evitando di sentire le critiche non costruttive. Perché il problema del Napoli non può essere il carattere. Non è quella la chiave da trovare. Troppo difficile dar merito agli avversari? Troppo complesso comprendere che gli azzurri sono un’ottima squadra, ma non una squadra di campioni, di cosiddetti top player? Evidentemente sì, per chi crede che il calcio debba essere fatto solo di vittorie e di prestazioni sopra ogni limite. E allora si metta l’animo in pace, il buon Luciano. I ‘rompi co**ioni’ ci saranno sempre. Ma finché si rimane lassù in vetta, la loro eco arriverà molto molto lontana.
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