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Acquisti, pensateci bene: la retrocessione spia sempre dal buco

Gli acquisti e la retrocessione, uno strano modo di interfacciarsi sul mercato. Non c’è probabilmente una ricetta esatta per evitare il tracollo, la storia insegna come non sempre il denaro speso è sinonimo di permanenza in categoria.

Fare tanti acquisti o puntare sul gruppo storico, spesso quello che ha portato la squadra in Serie A? Il gran dubbio spesso attanaglia le dirigenze, a metà tra la riconoscenza e la voglia di dare un cambio di passo a tutto l’ambiente. Le neopromosse hanno questi dubbi a gennaio per evitare la retrocessione, le squadre che solitamente puntano alla salvezza fanno quasi altrettanto, non si può cambiare giusto per il gusto di farlo.

Acquisti e retrocessione: Cagliari e Sampdoria devono stare attente – foto LaPresse

In un momento di recessione economica come questo, fare acquisti per la voglia di shopping è davvero deleterio. La retrocessione potrebbe avvenire in ogni caso ed è una regola che la Serie A sta acquisendo in pieno. Nessuna ricetta magica, meglio dare fiducia a un gruppo storico, magari aggiungendo due-tre elementi di esperienza nella categoria: molte squadre hanno centellinato il mercato, facendo comunque bene. Altre volte, invece, la rivoluzione può portare dei frutti, a patto di avere un ambiente sereno alle spalle: le grandi rimonte sono avvenute lasciando la squadra e i tecnici in pace.

L’attuale classifica permette di dire come le ultime cinque-sei squadre del massimo torneo hanno almeno bisogno di tre rinforzi, meglio ancora se uno per reparto. Gli acquisti in questo mercato sono difficili, sentire l’odore della retrocessione non è un’attrattiva felice per i calciatori.

La lotta per la piazza calda e le incognite

Simy condannò il Benevento alla B – foto LaPresse

Lo scorso anno delle tre retrocesse, due furono squadre neopromosse (lo Spezia si salvò a un turno dalla fine del torneo) più il Parma, che in Serie A comunque aveva una certa esperienza. Tre approcci differenti al mercato di gennaio, risultati non positivi.

Il Benevento aveva preso un laterale come De Paoli, recuperato il regista Viola e acquistato il centravanti Gaich. Il polacco risolse il match contro la Juventus, ma da solo non poteva bastare: le mancanze dei sanniti erano proprio a centrocampo, la mediana non reggeva più l’urto. Il girone di ritorno disastroso dei giallorossi fu la conseguenza, il cambio di panchina poteva dare una scossa.

Musica diversa a Crotone, che almeno ha evitato l’ultimo posto. Discorso diverso perché di soldi ne giravano pochi e comunque l’attacco funzionava: Ounas, più Simy e Messias davano garanzie. Il problema era difensivo, la squadra proprio non riusciva a difendere: 92 i gol subiti.

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Il Parma invece puntò sui giovani e con una nuova proprietà la rivoluzione era da mettere in conto. Una fase che ancora attende sviluppi, in Serie B il gruppo ducale non ha proprio svolto un girone d’andata con i fiocchi.

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