Gli infortuni muscolari sono il grande guaio del nostro campionato. Nell’eventuale lettera a Babbo Natale gli allenatori chiedono ai loro preparatori probabilmente maggiori risultati…
Quelle squadre che stanno in infermeria. Mai come negli ultimi anni gli infortuni muscolari comandano praticamente le formazioni titolari. Perché ci sono molti calciatori con la media di presenze annue davvero basse, e non per demeriti del campo bensì per quelli fisici.
In alcuni casi, abbiamo professionisti che di rado superano le quindici presenze in campo, con una evoluzione davvero preoccupante. Si va in pratica a disputare la media di una ogni tre-quattro partite, poi ci sono le panchine che spesso mascherano vari infortuni muscolari. Gente perennemente ai box, che non devono sforzare troppo la gamba per non rischiare, malati pubalgici da sempre, altri che hanno difficoltà a correre.
Peccato per tutti, per i tifosi, per gli stessi professionisti, per i mister e per le società. Proprio in questi due ultimi casi ci sono dei contrasti abbastanza importanti. Gli allenatori rimproverano ai direttori sportivi di aver preso calciatori che non reggono il campo. Le società invece criticano i mister e i preparatori fidati per il fatto di non evitare questi infortuni muscolari dalla frequenza sempre più imponente. Dove sta la verità?
Il caso di molti, la colpa di nessuno?
Guardando alle rose della Serie A, soprattutto le grandi squadre hanno una marea di giocatori alle prese con infortuni muscolari. Molto raro è sentire o scrivere nei tabellini di una rosa al completo e pronta a battagliare. L’ampia scelta dei mister riguarda praticamente solo pochi settori del campo, ben capendo come il problema possa stare a monte.
Perché soprattutto con la crescita del fisico, c’è tutto un apparato che non sorregge a dovere. Non è un caso che a patire gli infortuni muscolari siano spesso calciatori under 23, quelli che in teoria dovrebbero scoppiare di salute. I carichi di lavoro inadeguati, il cambio dei campi, nonché la capacità di sforzare i muscoli inutilmente provoca stress e traumi anche importanti. Ci sono ormai degli atleti che, seppur nel giro delle nazionali – dalle giovanili in poi – in campo non riescono ad avere la piena titolarità.
Troppo spesso ai box, alcune volte acciaccati, altre volte per evitare ulteriori guai sul fisico. Come se, in fondo, siano dei calciatori davvero preziosi, da maneggiare con cura e da tenere al riparo sia al freddo e sia al caldo.
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Nonostante l’enormità degli staff a disposizione degli allenatori, rimangono sempre tanti interrogativi. E se spesso salta il mister, a fare capolinea è anche il preparatore atletico, mai il contrario. Come se la simbiosi fosse una cosa necessaria, e mai da scindere.