Dopo aver abdicato in campo più di un anno fa, il Re di Roma Francesco Totti lascia anche l’incarico che gli era stato offerto dalla società giallorossa. L’accoglienza mediatica è stata degna di un personaggio di spicco. Il Salone d’Onore del Coni era gremito di giornalisti, a cui Totti ha spiegato il perché della sua decisione. “Questa Roma non mi appartiene più”: ecco la sintesi del pensiero tottiano.
“Il 17 giugno ho inviato una mail per dire che mi dimettevo”, ha dichiarato Francesco. “Avrei preferito morire oggi piuttosto che essere qua. Ho deciso di staccare la spina per il bene comune. Molti dirigenti mi hanno definito ‘ingombrante’ all’interno della società, ma non avrei mai pensato che un giorno avrei salutato Roma e la Roma. Purtroppo è arrivato e bisogna prenderne atto”.
Ma quali sono i motivi che hanno spinto Totti a lasciare la società? L’ex capitano prova a spiegarlo: “Avrei voluto lavorare nell’area tecnica ma non mi sono state offerte possibilità. Io sono convinto di possedere le competenze necessarie per fare il Direttore Tecnico, ma sono stato completamente ignorato nella scelta dell’allenatore e del Direttore Sportivo. A Londra, quando ormai i giochi erano fatti, non mi hanno neanche chiesto cosa ne pensavo, quale fosse il mio parere. Ho sempre pensato in cuor mio che gli americani volevano, fin dall’inizio, i romani fuori dalla Roma. Col tempo, ho capito che sarebbe accaduto”.
Alla domanda su Baldini, Totti ha dichiarato che “non ho mai avuto rapporti lavorativi con lui e mai li avrò. Mi sono fatto da parte, e non tornerei sui miei passi neanche se Baldini andasse via. In due anni, ho partecipato si e no a dieci riunioni. Come mai? Le decisione finale spettava sempre a Londra. Solo quando erano in difficoltà chiedevano il mio parere”.
Totti ha continuato il discorso parlando del presidente Pallotta: “Spero faccia il bene della Roma, ma il consiglio che gli do è di liberarsi delle persone che lo circondano se vuole crescere come uomo e come proprietario di una squadra importante come la nostra. Difficilmente lo farà, sono otto anni che commette gli stessi errori”.
Alla domanda sull’inchiesta de La Repubblica in merito ai litigi tra i due “senatori” della Roma, Totti ha così risposto: “Mai accaduto. C’è una cosa che voglio però rimarcare: qualcuno a Trigoria mi ha pugnalato, ma non farò nomi. Conosco il posto come le mie tasche e posso dire che la dentro ci sono personaggi che tutto vogliono tranne che fare il bene della Roma. Il sottoscritto è stato visto come un peso di cui liberarsi, anche quando era calciatore”.
Per quanto riguarda il capitolo allenatore, Totti ha dichiarato di aver parlato solo con Antonio Conte ed ha difeso Di Francesco: “Aveva chiesto dei giocatori ma non gliene hanno preso neppure uno”. Il futuro della società? L’ex capitano giallorosso è stato sincero: “Non è competitiva per vincere. Deve vendere sempre i pezzi pregiati per fare mercato e la squadra, inevitabilmente, si indebolisce”.
Infine, ha parlato del suo futuro: “Se una nuova proprietà credesse in me, tornerei volentieri. Su cordate arabe non so assolutamente nulla, anche se la Roma è una squadra molto conosciuta e che in tanti vorrebbero. Cosa farò adesso? Le offerte non mi mancano, vedremo. Intanto, la prossima stagione mi vedrà sugli spalti a tifare per la mia squadra. Magari passerò a prendere Daniele (De Rossi) a casa e andremo insieme in Curva Sud”.